mercoledì 25 giugno 2008

giovedì 19 giugno 2008

Europa

http://www.ilgiornale.it/a.pic1?ID=267148

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Il Trattato di Lisbona è infatti una «visione del mondo» universale, una teologia dogmatica con le sue applicazioni pratiche, la forma più assoluta di totalitarismo che sia mai stata messa in atto. ....
A) Il sincretismo fra le varie religioni e fra i vari costumi culturali. ...
.... passaggio verso il governo mondiale
.... perseguite con ostinazione durante il passare degli anni sia dai fanatici credenti nella religione universale che da coloro che se ne servono per assolutizzare il proprio potere.

di Ida Magli

sabato 14 giugno 2008

LOVE

Declan Ganley



Se l'Irlanda ha detto di NO al trattato di Lisbona è anche a causa di Declan Ganley, leader del movimento "Libertas" che insieme al clero cattolico si è battuto per il NO durante il referendum indetto nella giornata di giovedì. Come tutti sappiamo ... ha vinto proprio il NO, a dispetto di cosa diceva il ministro degli esteri irlandese qualche giorno prima del referendum...


Micheal Martin, ministro degli Esteri, che ha spiegato la crescita dei No nei sondaggi proprio con la campagna negativa fatta dai fautori della bocciatura: "Ci sono affermazioni false fatte dai sostenitori del No, in particolare quelle fatte da estremisti di destra sulle questioni sociali, come quando dicono che il Trattato avrebbe influenza sulla legge irlandese sull'aborto. O quando si dice che ci costringerà ad abbandonare la neutralità".

Il ministro se la prende in particolare con l'organizzazione Libertas, che definisce "un gruppo che nessuno conosceva, venuto fuori da nulla con forti finanziamenti, che ha fatto affermazioni false ed instillato dubbi sul Trattato di Lisbona... noi abbiamo dovuto demistificare questi miti. Per esempio, sulla difesa comune, noi abbiamo un divieto costituzionale a parteciparvi, a meno che non si tenga un referendum. Ma penso che la campagna del No abbia dato tutto... credo che vinceremo".

giovedì 12 giugno 2008

lunedì 9 giugno 2008

Abbondanza di grano sulla terra

Riguardo al Paradiso che Dio porterà, Salmo 72:16 profetizza: “Ci sarà abbondanza di grano sulla terra; in cima ai monti ci sarà sovrabbondanza”. Nell’antico Israele il grano di solito cresceva nelle valli. Eppure, nelle condizioni benedette di cui si parla in questa profezia perfino il seme seminato nel terreno più povero, arido e improduttivo, che di solito non produce nulla, porterà frutto in abbondanza. “Nel tempo del Messia”, dice un biblista, “sarà come se i campi di grano ondeggiassero ovunque, perfino sulla cima dei monti, o come se le colline venissero coltivate fino alla sommità, in modo tale che l’intera terra sia coperta da oscillanti raccolti che sono una gioia per gli occhi”.

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1200 - 30 = 1170

Tutto il mondo giace nel potere del malvagio. (1 Giovanni 5:19)

Quanto costerebbe sfamare le popolazioni povere del mondo? 30 miliardi di dollari, l'industria bellica nel 2006 è arrivata a 1200 miliardi di dollari ... la nostra è una società suicida.

Al via il summit mondiale della Fao. 854 milioni gli affamati del pianeta Potrebbero arrivare a un miliardo. Prezzi di alimentari +83% in tre anni

Fame nel mondo, crisi drammatica Più agricoltura, meno biocarburanti

Il grido di Napolitano: "Passare dalle parole ai fatti". Berlusconi: "Aiuti fuori dai vincoli Ue" Mugabe accusa l'Occidente "di aver affamato lo Zimbabwe con le sanzioni"
ROMA - Un piano d'azione globale per garantire
la sicurezza alimentare, affrontare i cambiamenti climatici e regolamentare la produzione di biocarburante che sottrae spazi all'agricoltura e provoca l'aumento dei prezzi. Se questa è la sfida sul tavolo per i capi di stato e i 4.749 rappresentanti di 183 Paesi chiamati a Roma per il summit della Fao su "La Sicurezza alimentare", il primo giorno di incontri conferma non solo la diagnosi ma anche la terapia. A cui si aggiunge la richiesta che viene dai paesi più poveri di poter garantire coltivazioni locali alle popolazioni. Una piccola sintesi di numeri per fotografare la situazione che hanno davanti agli occhi i delegati. Nel 1996 erano 800 mila le persone affamate. Uno degli obiettivi del Millennio era quello di dimezzare entro il 2015 il numero delle persone con problemi legati al cibo. Ma nel 2006 quel numero è cresciuto (854 mila) e visto l'aumento dei prezzi alimentari dell'83 per cento negli ultimi tre anni, nei prossimi anni potrebbe essere un miliardo le persone che non riescono ad avere i livelli necessari di alimentazione. Insomma, non c'è più tempo da perdere. E il grido d'allarme, la necessità "di passare dalle parole ai fatti", è stato oggi il senso di tutti gli interventi, da quello del segretario generale dell'Onu, Ban Ki Moon a Jacques Diouf, direttore generale della Fao che è l'agenzia delle Nazioni Unite che si occupa di pianificare le politiche agricole nel mondo.

Napolitano e Berlusconi: "Dalle parole ai fatti"
Il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ha aperto i lavori parlando di "crisi drammatica" per superare la quale "non si può fare affidamento sulle virtù riequilibratrici del mercato". Quindi, meno parole e più fatti. Un concetto ripreso anche dal premier Berlusconi che ha presieduto la prima parte della sessione. "Mi riconosco nella parole di Napolitano" ha detto il premier: "E' il tempo delle azioni rispetto a quello delle parole". La fame nel mondo è un "grave e terribile problema", una "situazione difficilissima", un "tragico momento" da affrontare mettendo "a disposizione risorse concrete". Berlusconi ha chiesto di "togliere i vincoli Ue per gli aiuti ai Paesi poveri".

Ban Ki Moon e Diouf: "Meno protezionismo, più derrate". Il segretario generale delle Nazioni Unite Ban Ki-moon ha proposto un piano strategico globale con misure a breve e a lungo termine per frenare l'impennata dei prezzi dei generi alimentari. Alla base, un aumento degli aiuti all'agricoltura per arrivare nel 2030 ad aumentare del 50 per cento la produzione di cibo. Ricetta rilanciata dal direttore generale della Fao, Jacques Diouf, per il quale "servono 30 miliardi di dollari l'anno". "I protezionismi distorcono il mercato" e per fronteggiare la crisi alimentare "serve produrre il 50% in più di derrate alimentari entro il 2030". "Come possiamo spiegare alla gente di buon senso - ha sottolineato con forza Diouf - che non è stato possibile trovare 30 miliardi di dollari all'anno per riuscire a nutrire gli 862 milioni di affamati?". Immediata la replica di Ban Ki-Moon: "Occorre agire oggi e agire subito perchè la popolazione mondiale nel 2015 arriverà a 7,2 miliardi di persone".

Onu e Fao attaccano i paesi industrializzati. Ban Ki Moon e Diouf usano un linguaggio netto, più da ong che da istituzioni. "E' incomprensibile - dicono - che nel 2006 siano stati impiegati sussidi per un ammontare di 11-12 miliardi di dollari per deviare dal consumo umano 100 milioni di tonnellate di cereali soprattutto per soddisfare la richiesta di combustibile per automezzi". Altro paradosso delle economie dei Paesi Ocse - dice ancora Diouf - è "l'aver sconvolto i mercati mondiali, spendendo 372 miliardi a sostegno della propria agricoltura, 20 miliardi di dollari per gli eccessi di consumi dovuti all'obesità, mentre il conto degli armamenti nel 2006 è arrivato a 1.200 miliardi di dollari". Fao e Onu chiedono i non solo interventi di carattere umanitario dovuti all'emergenza, ma anche misure strutturali a lungo termine (il microcredito ai piccoli produttori; mezzi di produzione, incluse sementi e fertilizzanti, per arrivare in tempo alla stagione della semina di quest'anno) perchè - spiega Diouf - "il problema della sicurezza alimentare è un problema politico, una questione di priorità tra i bisogni umani, e le scelte fatte dai governi determinano anche l'allocazione delle risorse".

Ahmadinejad e Mugabe attaccano Onu e occidente. Dal palco della sala conferenze della Fao oggi sono intervenuti i principali capi di stato. Per il leader argentino Christina Kirchner "il problema non sta nella produzione ma nella distribuzione del cibo". D'accordo il presidente brasiliano Ignacio Lula ....

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.... AND SECURITY

Quella che vedete è una pagina del sito ufficiale delle nazioni unite.

Quando diranno: «Pace e sicurezza», allora una rovina improvvisa verrà loro addosso, come le doglie alla donna incinta; e non scamperanno. Ma voi, fratelli, non siete nelle tenebre, così che quel giorno abbia a sorprendervi come un ladro” (1 Tessalonicesi 5:3 – 4)

PEACE

Irlanda

Il paese a maggioranza cattolica (quasi il 90%) giovedì dovrà esprimere il proprio assenso o dissenso al referendum sul trattato di Lisbona ... allego un articolo interessante sulla reazione di alcuni(?) fedeli della chiesa di Roma.


Some Catholics pray for EU treaty "No" vote

By Jonathan Saul

DUBLIN (Reuters) - Eamonn Murphy hopes his prayers will help secure a "No" vote when predominantly Catholic Ireland votes on the European Union's reform treaty next month.

Some Catholics fear the treaty will create loopholes allowing the EU to force Ireland to relax its strict abortion laws, permit same sex marriages and erode what they regard as traditional religious values.

"Prayer can change the course of history," said Murphy, who runs a Catholic centre in the capital Dublin. "We cannot delegate to a more centralised authority our decision-making rights on matters so close to home."

Ireland is the only EU state planning a referendum on the treaty and a "no" vote could sink a treaty designed to end years of diplomatic wrangling over reform of the bloc's institutions.

An opinion poll at the weekend showed the "Yes" camp's lead had narrowed in the past two weeks, and the vote on June 12 could be close.

A number of Catholic prayer groups have put rejection of the treaty at the centre of their supplications. Some have sent text messages urging the devout to recite the Chaplet of the Divine Mercy, a rosary-like prayer cycle which they believe is especially effective.

Ann Harland, a part-time bank worker, said she was praying about the outcome on June 12.

"I want the laws of God and Christian values to be upheld. Without it, anything goes," she said as soft devotional music played at the prayer and information centre.


GROWING DEBATE

The treaty replaces the defunct EU constitution rejected by French and Dutch voters in 2005. It is designed to give the bloc stronger leadership, a more democratic decision-making system and a more effective foreign policy apparatus.

An advert placed by one group in a Catholic newspaper this month called on members of the faith to reject the treaty because it would create a "new European identity based on radical secularism and atheistic philosophies".

A guide seeking to scupper the accord has also been published by another group targeting Catholic voters.

Bishops are expected to issue their formal position before the referendum.

The government has accused "no" campaigners of trying to generate fear on issues that are not directly addressed by the European Union treaty, such as abortion. Abortions are allowed in Ireland only if a mother's life is in danger.

"It is a sad reality that many of the treaty's opponents insist on trying to paint the Union as the enemy which wants to control us," Foreign Minister Micheal Martin said this week.

Martin said Ireland would continue to have absolute control over protection of the unborn and accused those who argued otherwise of mounting a "deeply cynical campaign".

A number of priests have expressed reservations even if they have so far left it up to their flocks to decide how to vote.


Dublin-based Father Cathal Price said he planned to hold a prayer vigil on the issue in the coming days.

"People must make up their own minds and pray they come to an informed decision about what they are doing," he said. "I need that direction myself."


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